Confessioni e propositi per il 2017

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Eugène Grasset, Manifesto per l’esposizione al Salon des Cent, 1894. Fonte immagine: Wikimedia Commons.

È inutile: negli ultimi mesi, nonostante i miei roboanti propositi, questo blog è giaciuto inerte, immobile nella vastità del web. Sniff.

Però – c’è sempre un “però” salvifico e autoassolutorio! – non è stata colpa mia. Oppure sì? Sarà davvero giunto per me il momento d’esser giudicato da voi lettori, come dal coro di una tragedia greca?

In realtà, deponendo le vesti del teatro, gli ultimi mesi sono stati problematici e impegnativi, anche se nel fondo carichi pure di qualche piccola soddisfazione. Ci sono state varie sfide da affrontare: scenari da recuperare in famiglia, questioni di vocazione biografica ed anche tante inutili burocrazie quotidiane. Qua e là c’è stata persino l’occasione di far del buono nei confronti non solo di se stessi.

In sostanza, un discreto numero di problemi che mi vengono dal 2016, ora che scrivo nel 2017 sono ancora da risolvere. Eppure, tutta la fatica di questi ultimi mesi m’ha gettato davanti un percorso per cui essere più spontaneamente fiducioso.

Ma così divaghiamo: arriviamo quindi alle conseguenze più dirette della mia vita su questo modestissimo blog! Care lettrici e cari lettori, ho davanti a me una serie di spine da togliermi, ma questo blog rimarrà vivo. Magari vivrà di fiammate improvvise di post, inframezzate da assenze colpevoli, ma andrà avanti. Anche solo perché comunque vi devo raccontare come va a finire, se sopravvivo io o sopravvivono i problemi. 😀

Un buon anno a tutte e tutti, anche se in ritardo!

Nel mentre

Vedo che ormai sono circa due settimane scarse che ho lasciato indietro l’aggiornamento del blog. Eccovi quindi un breve resoconto degli impegni che, tutti assieme appassionatamente, mi hanno trattenuto.

Prima di tutto, il rientro alla frequenza dei corsi universitari. Quali corsi frequentare? E soprattutto: quando e dove frequentarli? Per la risoluzione di tali problematiche, sono quindi occorse varie procedure, oscillanti fra il burocratico e il magico.

La prima è stata quella di decrittare, naturalmente attraverso un elaboratore a rulli meccanografico in stile anni ’40, la coincidenza fra i corsi tenuti in quest’anno accademico e il mio piano di studi.

Nell’immagine: due studentesse cercano di far coincidere il loro piano di studi, redatto dal sistema informatico universitario, con i codici numerici delle lezioni. Fonte immagine: Wikimedia Commons.

Una volta che il mostro elettromeccanico ha risputato indietro il suo responso – anzi, in realtà ne aveva emessi due, ma quello con scritto sopra “42” non l’ho capito e quindi l’ho scartato – avuto quindi in mano perciò i corsi da seguire, sono passato dalla procedura così chiara e lineare che vi ho descritto, impregnata di razionalità, ad una seconda fase dominata dal mistero e dal magico.

Individuare gli orari delle lezioni, soprattutto quando non erano rinvenibili dal sito, è stata infatti operazione rapsodica e che ha richiesto rituali segreti ed oscuri, del tutto sconvolgenti.

È proprio per questo che non ve ne posso parlare. Sappiate solo che dopo ho dovuto lavarmi del sangue di un gallo nero nato in una notte senza luna, e levarmi dalla testa delle strisce di pelle di serpente maculato che avevano troppo aderito alle mie tempie.

Ora so, ora ho visto, e la verità mi è chiara. Avevo la chiave per poter accedere al sapere dei corsi universitari che avrei frequentato. E che quindi ora sto frequentando.

Ciò per quanto riguarda l’università, e la parte più scherzosa del mio racconto. Infatti all’università si sono aggiunti altri impegni ben più seri, presi in precedenza e da allestire assieme ad altri volenterosi: ma visto che ormai già l’ho fatta lunga, vi accenno solamente. Il primo è stato un evento culturale sulla costruzione del testo biblico, e sulle sue plurime modalità di lettura ed interpretazione, sia letteraria che religiosa. L’altro, per cui sto ancora lavorando, riguarda la creazione di un piccolo banchetto sul problema della violenza sulle donne, da tenere nel corso di una sagra locale abbastanza frequentata.

Durante questi prossimi giorni, quindi, i post non seguiranno un’esatta cadenza giornaliera feriale, ma credo di aver abbastanza tempo per mantenere comunque una certa regolarità.

Francesco

Diavolo di un ponte!

Enzo Lunari, Le Chroniche di Fra’ Salmastro, 1966-1982. Un’immagine di quella che credo essere una vecchia raccolta delle strisce a fumetti di Fra’ Salmastro, creato da Enzo Lunari.

L’altra mattina, mentre mi riprendevo da un mal di testa, all’improvviso le mie orecchie hanno udito nuovamente le parole di un antico rituale magico-elettorale*: “ponte sullo Stretto”.

In prima battuta, le ho attribuite al forte tambureggiare che avvertivo alla tempia sinistra: probabilmente, era il segno di un mio non troppo precoce impazzimento. Poi mi sono accorto che le parole non venivano da una voce dentro la mia testa, e nemmeno da una voce ultramondana. In realtà venivano dalla televisione.

Parrebbe che qualcuno abbia ritirato nuovamente fuori l’idea del ponte sullo Stretto di Messina, con corollario annesso di millemila posti di lavoro e orgoglio patriottico.

A me invece, che sono abbastanza giovane d’età ma vetusto dentro, tutta questa allegrissima vicenda piena di folclore tipicamente italiano ha ricordato una storia a fumetti che avevo letto da piccolo, su un vecchio numero di Linus trovato per casa.

Con mia grande fortuna, tutta la storia è leggibile sul sito del fumettista, Enzo Lunari (classe 1937). Quindi vi rimando lì: basta cliccare QUI. Sempre se vi fidate, insomma.

Diciamo che la storia, ambientata in un fantarealistico medioevo italiano e narrata da un fraticello francescano – Fra’ Salmastro, per l’appunto – parla di un politico, di un patto col diavolo e della costruzione di un ponte in Italia…

Francesco

* Si attesta in Italia la presenza su mezzo audiovisivo di questo rituale, unito alla prova cartacea del cosiddetto “Contratto con gli italiani”, dal tardo XX secolo.

Quoque tu WordPress

Ovvero, per chi non sapesse il latino, “anche tu WordPress”. Un po’ come si dice Cesare abbia detto a Bruto prima di essere assassinato.

Stanotte me ne sono andato infatti a letto tranquillo che il post che vi avevo promesso ieri, sarebbe stato pubblicato come programmato stamattina.

E invece no. Vado a vedere: niente. Sniff e ahimé, sono stato tradito e colpito alle spalle. Però visto che una promessa è una promessa, e ne va del mio onore, rimedio ora. 😉

Francesco